Silvia Arzuffi, storica regista di programmi cult come Scherzi a parte, Striscia la notizia, Paperissima e Drive In, ha raccontato, a L’Eco di Bergamo, i cambiamenti della televisione, focalizzando il proprio occhio critico sul mondo contemporaneo:
Oggi bastano i giornali scandalistici o i reality a fare dei numeri uno. Prima sei famoso e poi fai la gavetta. Ci vuole buon senso e sale in zucca per riuscire a gestire il successo improvviso.
Il genere più colpito dalla crisi dei contenuti? Il reality show, ovviamente:
Il pubblico vuole sempre nuove sorprese e quando tutti i sentimenti saranno stati sezionati, la fine arriverà per stanchezza, come è successo per i quiz.
La Arzuffi ha diretto anche Stranamore, il primo tentativo di reality sull’amore che tentava di ricucire rapporti in crisi:
Spiavamo i sentimenti altrui, e il più delle volte erano buoni sentimenti.
E a proposito della spasmodica corsa agli ascolti, la regista ha un punto di vista molto chiaro:
I dati Auditel sono una divinità che impedisce di sperimentare. Appena una trasmissione non fa ascolti viene chiusa, indipendentemente dalla qualità.