Questa sera andrà in onda, su Italia 1, l’ultima puntata di Tamarreide. Per l’occasione abbiamo incontrato uno dei tamarri protagonisti, l’insegnante di tennis e cubista Manuel Ribeca.
Cosa significa la parola tamarro?
Tamarro non coincide con cafone o con maleducato. Per me le persone tamarre non si vergognano a fare vedere chi sono realmente, amano stare al centro dell’attenzione, sono esuberanti, si vestono in maniera vistosa. L’essere tamarri è far vedere chi sei veramente.
Tu chi sei veramente?
Sono una persona molto egocentrica. Mi è sempre piaciuto stare al centro dell’attenzione. Quando cammino, per esempio, non sto sul marcepiede ma in mezzo di strada. Sin da piccolo quando vedevo una telecamera accesa, mi piaceva farci il buffone davanti. Sono anche molto ironico.
Durante il programma ho visto anche un atteggiamento che poteva velare invidia. Sei invidioso?
No, assolutamente. Non vorrei essere nessun altra persona. Con Claudio c’era una sorta di gioco-sfida divertente. Non c’è stata mai invidia fra di noi. Anche perché siamo completamente diversi l’uno dall’altro. Più che invidia, c’è stata competizione.
Avete anche litigato più volte..
Le litigate erano dovute alla condizione di stress. Perché durante i nostri spostamenti avevamo 3 o 4 cameramen che ci seguivano. Non potevamo sbagliare a camminare, dovevamo essere sempre a favore di camera. In pratica stavamo girando un film.
Quindi adesso sei pronto per diventare attore?
Sicuramente ho fatto Tamarreide con la speranza che potesse diventare un trampolino di lancio per il futuro. Non dico di avere le doti da attore, ma con Tamarreide ho cercato di mettermi alla prova anche in questo ruolo. Però mi piacerebbe fare anche qualcosa in tv.
Qual’è la proposta professionale che ti piacerebbe ricevere?
Sicuramente il trono di Uomini e donne sarebbe un’ottima proposta, mi piace essere corteggiato. Mi piacerebbe anche cimentarmi nel ruolo di attore, interpretando ruoli diversi dal mio personaggio. Un altro grande sogno sarebbe quello di diventare Iena o lavorare in un programma stile Lucignolo. Vorrei realizzare dei servizi sul “bello e il brutto” del mondo della notte.
Se ti arrivare la proposta da un regista porno?
Non accetterei. Non perché mi vergogno, e questo l’ho dimostrato anche in tv. Ma perché di giorno insegno tennis ai bambini: sono quasi un simbolo per loro. Quindi non mi sembrerebbe corretto. Lo sport rimane per me più importante di qualsiasi altra cosa. Non lo abbanonerei per nulla al mondo.
Sei già tornato ad insegnare tennis?
Il giorno dopo finito il programma sono tornato ad insegnare. Giocare ed insegnare sono le cose che mi sono mancate di più durante le registrazioni di Tamarreide. Fino a quest’anno ho giocato anche in campionati semi-professionistici.
I bambini che prendono lezioni da te cosa ti hanno detto di quest’esperienza televisiva?
Il giorno dopo che sono tornato da Tamarreide si sono presentati con delle magliettine con scritto: “I tamarrini” e per me avevano fatto una maglietta con scritto: “Il maestro super tamarro”. E’ stata una cosa carinissima. Loro conoscendomi per come sono veramente, anche se hanno visto delle scene un pò volgari, hanno capito che quella è una parte di me che quando lavoro non vedono.
I tuoi genitori cosa ne pensano di questo lato tamarro?
Avevo un rapporto difficile con mia madre che non vedevo da due anni. Durante Tamarreide mi hanno fatto rincontrare mia madre e ci siamo riavvicinati. Mio padre, invece, è il mio idolo. Questa docu-fiction quindi mi ha fatto
La notorietà come la stai vivendo?
La notorietà non l’ho sentita più di tanto. In Umbria, lavorando di notte nelle discoteche e giocando a tennis, avevo già una notorietà. Comunque adesso sto sfruttando questo momento fortunato facendo anche serate in discoteca.
in un’altra vita….