Antonio Maggio, dopo l’esperienza vissuta gli Aram Quartet, tenta la strada da solista e lo fa con Nonostante tutto, il singolo presentato da Antonio al contest SanremoSocial, il lasciapassare per la sezione Giovani del Festival di Sanremo 2012. L’abbiamo intervistato.
Perché hai deciso di partecipare a SanremoSocial con Nonostante tutto?
A Sanremo bisogna andarci con una canzone che rappresenti al meglio chi la canta e Nonostante tutto penso sia il pezzo che rappresenta al meglio il mio nuovo progetto musicale e rispecchia la mia personalità cantatoriale che non è venuta fuori in passato con gli Aram.
Quando hai scritto Nonostante tutto?
L’ho scritta lo scorso anno a Milano. E’ venuta fuori di getto, in un pomeriggio: le cose che vengono in minor tempo sono le cose più belle, come succede spesso. Parla di una storia costellata di tradimenti che non si vuole far cessare perché “nonostante tutto voglio illudermi che va tutto bene”.
Stai preparando anche il nuovo disco?
Sto lavorando al disco per il prossimo anno. Se andrà bene a Sanremo dovremmo fare in fretta per terminare tutto e pubblicare a Febbraio. Il disco è stato anticipato dal singolo Inconsolabile, uscito in estate, e spero che possa aver fatto degnamente da apripista all’album.
Saranno tutte canzoni tue?
Si, sia per quanto riguarda i testi che la musica. Ci saranno anche qualche collaborazioni in un paio di brani.
Quest’anno tenti di partecipare al Festival, ma già nel 2009 con gli Aram avresti dovuto partecipare..
E’ stata una grande illusione. Eravamo quasi certi nel cast del 2009 tra i Big, ma quando uscirono i nomi scoprimmo che non eravamo stati selezionati. E’ stata una delusione perché, dopo aver vinto X Factor, ci speravamo davvero tanto. Dall’anno dopo, poi, il vincitore di X Factor ha partecipato di diritto al Festival. Abbiamo fatto da cavia (ride, ndr).
Parliamo degli Aram. Perchè avete deciso di dividere le vostre strade?
E’ stata una decisione presa di comune accordo dopo due anni bellissimi. Dopo una serie di prese di posizione e punti di vista divergenti, abbiamo deciso di sospendere il progetto degli Aram per proseguire le strade da solisti.
Pensi che in Italia sia più difficile, per un gruppo vocale, emergere?
Assolutamente si. C’è molta più fatica, in Italia, ad assimilare un gruppo vocale. Non ricordo nella storia della musica dei gruppi vocali, se non a cappella come i Neri per caso e i Cluster stessi che hanno partecipato con noi ad X Factor. Non c’è la tradizione, in Italia, di avere gruppi vocali sullo stile degli Aram. Qindi in un momento storico così difficile per le case discografiche, queste sono state timorose nei confronti di un progetto come il nostro.
Se tu potessi ripetere X Factor, lo faresti da solista?
Nella situazione della prima edizione probabilmente si. Come ogni prima, la nostra edizione è stata la più genuina e quella più incentrata nell’aspetto musicale. Nell’edizioni a seguire, invece, ha prevalso la costruzione e la spettacolarizzazione, come succede spesso in tv.
Sogno nel cassetto?
Poter far ascoltare quanto prime le canzoni del mio nuovo album. Spero possa accadere sul palco dell’Arison.