Aldo Grasso con un pezzo su Il Corriere della Sera si occupa di Uomini e donne, una delle prime creature tv di Maria De Filippi, regina del sabato sera di Canale 5 (prima con C’è posta per te, poi con Italia’s got talent e da marzo con Amici). Il critico e storico della televisione esordisce così:
E’ difficile dire qualcosa di nuovo su un programma che è in onda dal lontano 1996, che ha cambiato pelle e formato diverse volte. «Uomini e donne» si basa su un repertorio di rituali che resistono al trascorrere degli anni: un fitto codice di cinesica e prossemica, comprensivo di baci, saluti, strette di mano («Maria posso salutarti?»), le «esterne» (curioso come un tecnicismo della produzione televisiva abbia potuto trasformarsi in un termine del lessico amoroso), i pareri urlati degli opinionisti, i dibattiti in studio («sei vera, sei finta, sei qui solo per le telecamere»). Per la cronaca, nell’edizione di quest’anno ai tronisti giovani e plastici si associa anche il «trono over», dedicato alla ricerca dell’amore tra i senior. L’atmosfera è più raccolta, l’attenzione a scavare nei sentimenti e nelle psicologie. L’effetto irrimediabilmente più triste.
Sebbene Grasso non si dimostri puntualissimo (infatti la versione over non è partita quest’anno), la critica è impeccabile:
La cosa più interessante della trasmissione resta il ruolo della sua conduttrice, Maria De Filippi, un caso unico nella televisione italiana. Basta la sua presenza a dar vita a una sorta di «sistema De Filippi»: il trash popolare di «Uomini e donne», l’accademia di «Amici», i drammi di «C’è posta per te», ora anche il carnevale di «Italia’s Got Talent». Il fatto curioso è che c’è una De Filippi diversa per ognuna di queste occorrenze.
De Filippi rappresentata come “burattinaio dei poveri cristi“:
In tutte però emerge la sua natura di «burattinaio dei poveri cristi». In «Uomini e donne» la sua conduzione è quasi «in levare»: interviene raramente per abbozzare un modello di educazione sentimentale, mette zizzania quando deve, riconcilia quando è necessario. Indirizza con cinismo i pensieri confusi dei tronisti e le avances dei corteggiatori. Il suo modello narrativo è molto diverso dai risultati concreti della sua tv, come se cercasse di ordinare il disordine, accoppiare i single, riappacificare i litiganti, dare espressione compiuta al magma di sentimenti che si agitano nella mente di chi non li sa esprimere.
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