In un’indagine shock pubblicata sul sito The Wrap.com si sostiene che sarebbero almeno undici i partecipanti ai reality americani che si sarebbero tolti la vita dopo l’esperienza televisiva.
Il fenomeno, che è presente anche in Gran Bretagna, Svezia e India, e che coinvolge tutte le classi sociali indifferentemente, è dovuto al fatto che in molti casi le persone scelte avrebbero sofferto di problemi psicologici, motivo per cui avrebbero cercato l’accesso alla notorietà istantanea (e per cui sarebbero stati presi, aggiungerei io!).
Alcuni esempi li riporta il Tgcom: Cheryl Kosevicz, trentacinquenne procuratore, era già depressa prima di partecipare a Pirate Masters della Cbs, ma si è uccisa subito dopo anche a causa della sua sfortunata esperienza tv; James Terrill, un ragazzo padre del Kentucky ha messo fine alla sua vita dopo essere apparso in Supernanny, un programma che doveva aiutare i genitori con figli ribelli; Najai Turpin, ventitreenne pugile, si è sparato qualche settimana prima di The Contender, un reality che offriva al boxer vincitore un milione di dollari.
Ragazzi, ricordatevi sempre che il reality è un gioco e come tale va vissuto!