La prima puntata di X Factor 4 è andata in soffitta senza fare troppo rumore, ma negando l’intento della vigilia, quel “Niente sarà più come prima” pronunciato da Francesco Facchinetti. Poco male, visto che televisivamente potrebbe funzionare.
Tutti, me compreso, si sono fatti una risata vedendo Elio in versione pirata Morgan, ma in pochi si sono accorti che l’istrionico giudice ha tenuto in mano o in bocca per tutta la serata una pipa, irriverente e geniale citazione all’intervista che Morgan aveva rilasciato a Max sull’uso della droga e sul fumare crack..
Più piacevole Elio di Francesco Facchinetti che, pur avendo condotto la barca in porto a modo suo, con allegria, vivacità e freschezza ed educazione (ormai X Factor ce l’ha cucito addosso), ha esagerato nell’enfatizzare il suo legame con Morgan, nello spiegare a Dorina che non è carino non fidarsi del proprio giudice, Anna Tatangelo, a talent iniziato (non capendo che più difende Lady Tata, più la fa “odiare” dal pubblico), e nel sottolineare gli orientamenti sessuali dei Kymera.
Kymera prima coppia omosessuale a cantare in prima serata. A ricordarcelo ci pensa Anna Tatangelo, la giudice più discussa, più capace del previsto nel ruolo, ma con momenti troppo retorici (la musica deve emozionare, la musica deve arrivare al cuore, l’importante è riuscire a trasmettere). E’ possibile valutare i Kymera come duo artistico invece che come coppia di fatto?
Il buonismo imperante della prima puntata (poche e sterili discussioni su piccoli errori e sfumature) è durato fino alla fine, quando i giudici non hanno avuto la capacità di decidere chi eliminare tra Nathalie e Alessandra. La giuria, spaccata in due, ha portato al TILT ovvero alla votazione popolare (200 secondi) via televoto. Il meccanismo, vera novità della quarta edizione, mi lascia un po’ perplesso: se già all’esordio i giudici non riescono ad accordarsi, quante altre volte verrà usato il TILT per scegliere il malcapitato escluso? Se l’uso del TILT dovesse essere inflazionato, forse bisognerà pensare all’eliminazione del voto della giuria.
In conclusione: X Factor piacerà, perché è stato migliorato ulteriormente nella confezione (è stata perfezionata la grafica, modificato il palco, utilizzate meglio le luci), confermato nelle certezze (la piacevole conduzione di Francesco Facchinetti e le belle coreografie di Luca Tommassini) e modificato oculatamente nei giudici (Enrico Ruggeri è il valore aggiunto, il vero giudice). Il difficile viene ora: il talent dovrà dimostrare che il contenuto, i cantanti, sono all’altezza del contenitore, che dai provini sono usciti veramente i dodici talenti migliori d’Italia, dodici fenomeni (e non per le loro storie) all’altezza di Marco Mengoni. E non sarà facile.