Aldo Nicolini, il formidabile mago di Italia’s Got Talent, si racconta a tutto tondo spiegando la formula vincente del suo successo in tv, il particolare ascendente sul pubblico e i segreti di un mestiere che affascina sempre più grandi (e soprattutto piccini). Nicolini vanta un primato davvero speciale: con il trucco della “testa che cade”, è riuscito a “sconcertare” Maria De Filippi, costretta in più occasioni a voltarsi di fronte alla sua esibizione.
Ciao Aldo. Dove hai imparato i trucchi del mestiere?
All’inizio non ho fatto altro che copiare qualche artista ispiratore, poi visto che la cosa piaceva, per imparare bene nell’anno 2000 mi sono iscritto ad un club magico, il Clam (Club Arte Magica) di Milano dove tra l’altro ho incontrato uno dei miei artisti di riferimento Raul Cremona. Li si è aperta un’opportunità di confronto unica, e l’opportunità di essere indirizzato allo studio dei migliori testi e video, di frequentare workshop e conferenze magiche. Alla fine del percorso con il proprio bagaglio di cultura magica ho cercato di tirare fuori la mia personalità di artista che già si stava delineando e di creare il mio stile. Per farlo non si deve copiare più nessuno, ci si chiude in una stanza, si lavora, e se ne esce solo dopo aver trovato l’idea originale.
Per il tuo aspetto vagamente alla Harry Potter e gli appassionanti numeri di magia sei stato il concorrente più amato dai bambini, te l’aspettavi?
Devo dire di si, me l’aspettavo dai bambini, so che molti continuano a chiedere ai propri genitori di fargli vedere il mio video on-line, e peccato che all’ora del televoto erano tutti a nanna o che per votarmi devono passare da un adulto. Non mi aspettavo invece così tanti calorosi complimenti anche dai grandi, in particolare molti giovani ed adolescenti. Penso che sia importante per un’artista piacere a tutti e io mi sforzo di non trascurare nessuno. E poi devo dire che il numero della testa che cade non lo eseguo mai negli spettacoli per bambini. Ho chiesto di esibirmi con dei giovanissimi come comparsa, ma non è stato possibile. Mi dispiace perché non ho potuto mostrare il mio divertente approccio con i piccoli assistenti.
Qual’è stato il valore aggiunto che ha contraddistinto le tue esibizioni tanto da guadagnarti i giudizi positivi dei tre giudici e i telespettatori?
Questo resta il grande mistero dell’arte. Questo numero lo avevo presentato a Cultura Moderna nel 2007 e poi, visto che non aveva avuto successo, lo avevo abbandonato in un armadio per due anni. Quando mi hanno chiamato per i provini di Italia’s Got Talent avevo solo 3 giorni di tempo per presentare un numero di tre minuti, ho riesumato il gioco ritenendolo adatto, e sono partito con lo spirito di vivere solo l’esperienza di un provino senza neppure immaginare quello che poi mi sarebbe successo. Comunque il gioco non è tutto, ho cercato di portare uno stile, mi sono detto, piuttosto banale ma originale, basta con la figura del mago che si rivolge al pubblico come a dire “guardate come sono bravo” si al mago vittima delle proprie illusioni. Basta col mago che vuole silenzio e attenzione, si al mago che fa ballare ridere e gridare il pubblico. Non una magia di pura illusione ma neanche da comico cabarettista bensì una magia imperniata sulla gag, sull’ironia e sull’imprevedibilità che trasporti il pubblico in un ambiente di fantasia. Un genere nuovo di fare magia, credo, che rispecchia il mio stato d’animo e sono convinto che anche per i giudici sia stata una novità. Inoltre la mia musichetta ha contagiato tutti, anche i presentatori che continuavano a cantarla.
Visto il successo riscosso tra il pubblico da casa che ti ha portato fino alla semifinale, hai mai pensato di vincere Italia’s Got Talent?
A dir la verità non ho mai sentito l’esigenza di competere e di vincere, è sempre stata una sfida contro me stesso, preoccupato sempre di fare bella figura e di riuscire a trasmettere il mio personaggio. Non ero molto soddisfatto della mia esibizione in semifinale per via delle modifiche che regolarmente vengono apportate al numero all’ultimo momento dagli autori. Quindi in finale cercavo solo il riscatto e quando mi sono esibito ho capito subito che era andata bene, per me era come aver vinto. Non nego che in alcuni articoli venivo definito l’outsider del programma e mi sarebbe piaciuto fare una sorpresa anche lì. E poi, da mago, ho come percepito che il fenomeno della mia cara amica Carmen Masola fosse imbattibile. Ma in questo forse in molti sono stati un po’ maghi.
Puoi svelarci qualche segreto da mago che non siamo riusciti a carpire durante le tue performance live?
Si, forse nessuno è riuscito a capire che dietro quel numero c’è veramente tanto lavoro e tanta esperienza. E’ difficile capire i piccoli e apparentemente banali problemi che un illusionista deve superare per creare bene l’effetto. E’ poi il fascino del mago sono proprio i segreti che custodisce e io voglio diventare sempre più affascinate!