Amici 11, martedì 22 novembre 2011: i cantanti della squadra gialla e Josè si candidano per la sfida, Nunzio vs. Josè e Veronica vs. Francesca, Rudy Zerbi contro Alessandra

La puntata di Amici di oggi inizia con i componenti della squadra gialla che si confrontano sulla sconfitta di sabato. Secondo Carlo, la squadra blu, che ha vinto la sfida, meritava di perdere e che la sua squadra meritava solo il primo posto, neanche il secondo. Carlo e Nicola sono stanchi anche del fatto che Mara Maionchi difenda strenuamente Gerardo.

Josè, poco dopo, si lamenta del fatto di essere messo sempre in sfida con Giuseppe e del fatto che il ballerino blu faccia sempre lo stesso stile. Carlo si chiede, inoltre, perché Giuseppe abbia un team tutto per lui.

Alla squadra gialla vengono chiesti due nomi per la sfida: Yunieska nomina José perché é il ballerino più sicuro, Sergio e Jose nominano Yunieska per farle guadagnare fiducia. La ballerina non la prende bene e non vuole giustificazioni da due ballerini. Carlo difende Yunieska. Josè è messo sotto accusa per aver aiutato Yunieska e per poi essersi tirato indietro nominando la compagna.

I cantanti, invece, si autocandidano. Anche Josè, successivamente, ritira il nome di Yunieska e si autonomina.

Poco dopo, Garrison raggiunge la squadra verde. Il prof. afferma di aver apprezzato molto Nunzio. Quest’ultima si lamenta ancora dell’accanimento nei suoi confronti da parte di Luciano Cannito. Garrison, ovviamente, appoggia Nunzio.

Garrison assegna un assolo a Nunzio. Il ballerino dovrà scontrarsi contro Josè. Nunzio guarda la coreografia e l’apprezza. Garrison afferma che Nunzio farà meglio di Josè. Anche quest’ultimo guarda la coreografia e dichiara di non avere problemi.

Garrison, ora, si rivolge a Veronica: il prof. mostra, alla ballerina, l’assolo di Luciano Cannito. Terminato il video, Veronica scoppia a ridere, in apparenza una risata nervosa. La ballerina afferma di non trovare difficoltà in questa coreografia anche se è già convinta di non piacere a Cannito.

Luciano Cannito, rivolgendosi alla sua squadra, parla nuovamente di Nunzio e Veronica, ribadendo la loro non idoneità fisica. Cannito annuncia a Francesca, una sfida contro Veronica che verterà sul moderno.

Mostrando un passo a due di Garrison, nella fattispecie una presa, Cannito ferma l’immagine e afferma che Veronica non potrà mai fare una presa del genere.

Veronica, nel videobox, scherza sul fatto, sincerandosi ironicamente sulla salute fisica dei ballerini professionisti, dopo aver ballato con lei. Veronica ammette di aver il complesso di non avere un fisico perfetto ma afferma che non tutte le ballerine hanno un corpo esemplare.

Successivamente, per quanto riguarda i cantanti, Rudy Zerbi afferma che Alessandra, squadra blu, non merita il banco ad Amici. Ovviamente, Alessandra non reagisce bene a queste parole. Zerbi ha scelto la canzone per la sfida Alessandra vs. Valeria: Mad World nella versione di Elisa.

Alessandra afferma che è una canzone su misura per Valeria, adatta solo a fare questo tipo di canzone. Gerardo, però, difende Valeria, affermando che è brava in tutti i generi. Alessandra non è d’accordo.

La puntata termina con Grazia Di Michele che, guardando la sua intera squadra di cantanti con la maglia rossa della sfida, si congratula con loro per lo spirito di squadra.

4 commenti su “Amici 11, martedì 22 novembre 2011: i cantanti della squadra gialla e Josè si candidano per la sfida, Nunzio vs. Josè e Veronica vs. Francesca, Rudy Zerbi contro Alessandra”

  1. Il gruppo dei primi filosofi greci sono comunemente chiamati presocratici, in quanto antecedenti alla figura di Socrate. Essi includono:
    Talete, Anassimandro e Anassimene, filosofi naturalisti della scuola di Mileto Eraclito Pitagora di Samo, fondatore della scuola pitagorica,
    Talete è stato un filosofo greco antico. È comunemente considerato il primo filosofo della storia occidentale.
    I primi filosofi greci cercavano l’arché negli enti della realtà ,
    a partire da Talete di cui sembrerebbe affermare che l’arché è l’acqua perchè osservando il mondo che ci circonda tutto sembra formarsi dall’umido.
    l’arché secondo la filosofia di Anassimandro, è rappresentato dall’apeiron,
    cioè l’origine e il principio dell’universo. Essa è una materia infinita, indeterminata, eterna, indistruttibile e in continuo movimento
    nassimene individua nell’aria il principio di tutte le cose. Fra le tesi a sostegno di questa idea c’è anche sicuramente il riconoscimento dell’importanza
    rivestita dall’aria per la vita degli esseri viventi. Con Anassimene, però, sembra compiersi una sorta di passo indietro nella ricerca dell’archè.
    Se infatti il suo maestro l’aveva individuata in una sostanza infinita e astratta (l’apeiron), Anassimene la individua in una materia fisica concreta.
    A dire il vero a tale materia Anassimene attribuisce le caratteristiche dell’apeiron di Anassimandro: l’infinità e il movimento incessante
    Quindi l’aria, raffreddandosi, si condensa, diventa vento, poi nuvola e, condensandosi ancora, acqua, terra e infine pietra. Rarefacendosi, invece,
    l’aria si dirada e diventa fuoco.

    La scuola pitagorica, appartenente al periodo presocratico, fu fondata da Pitagora a Crotone intorno al 530 a.C.
    L’originalità della scuola consisteva infatti nel presentarsi come setta mistica-religiosa, comunità scientifica ed insieme partito politico aristocratico .Pitagora aveva diviso i suoi discepoli, in due gruppi:
    I matematici , ovvero la cerchia più stretta dei seguaci, i quali vivevano all’interno della scuola, si erano spogliati di ogni bene materiale e non mangiavano carne ed erano obbligati al celibato.
    I “matematici” erano gli unici ammessi direttamente alle lezioni di Pitagora con cui potevano interloquire. A loro era imposto l’obbligo del segreto, in modo che gli insegnamenti impartiti all’interno della scuola non diventassero di pubblico dominio;
    Gli acusmatici , ovvero la cerchia più esterna dei seguaci,ai quali non era richiesto di vivere in comune, o di privarsi delle proprietà e di essere vegetariani, avevano l’obbligo di seguire in silenzio le lezioni del maestro
    Pitagora formulò inoltre l’importante teoria del “numero triangolare”. Per i Pitagorici consisteva in una disposizione geometrica che esprimeva un numero o un numero espresso da una disposizione geometrica.
    Essa era rappresentata come un triangolo alla cui base erano quattro punti che decrescevano fino alla punta; la somma di tutti i punti era dieci,il numero perfetto composto dalla somma dei primi 4 numeri (1+2+3+4=10),
    il numero uno era definito parimpari in quanto era sia pari che dispari e sommandolo ad un numero dispari si aveva un numero pari e viceversa.

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  2. Il gruppo dei primi filosofi greci sono comunemente chiamati presocratici, in quanto antecedenti alla figura di Socrate. Essi includono:
    Talete, Anassimandro e Anassimene, filosofi naturalisti della scuola di Mileto Eraclito Pitagora di Samo, fondatore della scuola pitagorica,
    Talete è stato un filosofo greco antico. È comunemente considerato il primo filosofo della storia occidentale.
    I primi filosofi greci cercavano l’arché negli enti della realtà ,
    a partire da Talete di cui sembrerebbe affermare che l’arché è l’acqua perchè osservando il mondo che ci circonda tutto sembra formarsi dall’umido.
    l’arché secondo la filosofia di Anassimandro, è rappresentato dall’apeiron,
    cioè l’origine e il principio dell’universo. Essa è una materia infinita, indeterminata, eterna, indistruttibile e in continuo movimento
    nassimene individua nell’aria il principio di tutte le cose. Fra le tesi a sostegno di questa idea c’è anche sicuramente il riconoscimento dell’importanza
    rivestita dall’aria per la vita degli esseri viventi. Con Anassimene, però, sembra compiersi una sorta di passo indietro nella ricerca dell’archè.
    Se infatti il suo maestro l’aveva individuata in una sostanza infinita e astratta (l’apeiron), Anassimene la individua in una materia fisica concreta.
    A dire il vero a tale materia Anassimene attribuisce le caratteristiche dell’apeiron di Anassimandro: l’infinità e il movimento incessante
    Quindi l’aria, raffreddandosi, si condensa, diventa vento, poi nuvola e, condensandosi ancora, acqua, terra e infine pietra. Rarefacendosi, invece,
    l’aria si dirada e diventa fuoco.

    Eraclito è stato un filosofo greco antico, uno dei maggiori filosofi presocratici.
    Il suo pensiero risulta particolarmente difficile da comprendere ed è stato interpretato nei modi più diversi a causa del suo stile oracolare e dalla frammentarietà nella quale ci è giunta la sua opera. Eraclito comunque aveva fama di cripticità già nella sua epoca. Ad esempio, Aristotele, che si suppone abbia letto integralmente l’opera di Eraclito, lo definisce “l’oscuro”. Persino Socrate ebbe problemi a comprendere
    gli aforismi dell'”oscuro”, sostenendo che erano profondi quanto le profondità raggiunte dai tuffatori di Delo.
    Parmènide di Elea è stato un filosofo greco antico, presocratico. Fu il maggiore esponente della scuola eleatica.
    Parmenide fu il fondatore della scuola di Elea, dove ebbe vari discepoli, il più importante dei quali fu Zenone. Il metodo usato dagli eleati era la dimostrazione per assurdo, con cui confutavano le tesi degli avversari giungendo a dimostrare la verità dell’Essere, nonché la falsità del divenire e delle impressioni dei sensi, per una “impossibilità logica di pensare altrimenti”.[20]
    Stupiva i contemporanei un ragionamento che scaturiva dalla radicale contrapposizione essere/non-essere e da un’immediata conseguenza del principio di non-contraddittorietà dell’essere e del pensiero, teorizzato in seguito da Aristotele come evidenza prima e indimostrabile alla ragione senza la quale diverrebbe impossibile qualsiasi conoscenza necessaria-filosofica, restando solo il mondo dell’opinione.
    Parmenide e gli eleati si contrapponevano soprattutto al pensiero di Eraclito, loro contemporaneo, filosofo del divenire che basava la conoscenza interamente sui sensi. Nella prospettiva della storia della filosofia, sarà quindi Hegel a concepire l’essere in maniera radicalmente opposta a Parmenide.
    Anche l’atomismo democriteo intese contrapporsi alla teoria eleatica dell’Essere (che aveva cercato una soluzione al problema dell’archè negando alla radice un fondamento originario al divenire), presupponendo gli atomi e uno spazio vuoto, diverso dagli atomi, in cui essi potessero muoversi, ipotizzando in un certo senso una convivenza di essere e non-essere.
    In seguito furono i sofisti a cercare di confutare il pensiero degli eleati, opponendo al loro sapere certo e indubitabile (επιστήμη, epistéme) sia il relativismo di Protagora, sia il nichilismo di Gorgia. Uno dei maggiori problemi sollevati da Parmenide riguardava in particolare l’impossibilità di oggettivare l’Essere, di darne un predicato, di sottrarlo all’astrattezza formale con cui Parmenide l’aveva enunciato, e che sembrava contrastare
    con la pienezza totale del suo contenuto. Fu seguendo questa strada che Platone, nel tentativo di risolvere il problema, approderà al mondo delle idee.

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  3. vincenzo wrote:

    Eraclito è stato un filosofo greco antico, uno dei maggiori filosofi presocratici.
    Il suo pensiero risulta particolarmente difficile da comprendere ed è stato interpretato nei modi più diversi a causa del suo stile oracolare e dalla frammentarietà nella quale ci è giunta la sua opera. Eraclito comunque aveva fama di cripticità già nella sua epoca. Ad esempio, Aristotele, che si suppone abbia letto integralmente l’opera di Eraclito, lo definisce “l’oscuro”. Persino Socrate ebbe problemi a comprendere
    gli aforismi dell'”oscuro”, sostenendo che erano profondi quanto le profondità raggiunte dai tuffatori di Delo.
    Parmènide di Elea è stato un filosofo greco antico, presocratico. Fu il maggiore esponente della scuola eleatica.
    Parmenide fu il fondatore della scuola di Elea, dove ebbe vari discepoli, il più importante dei quali fu Zenone. Il metodo usato dagli eleati era la dimostrazione per assurdo, con cui confutavano le tesi degli avversari giungendo a dimostrare la verità dell’Essere, nonché la falsità del divenire e delle impressioni dei sensi, per una “impossibilità logica di pensare altrimenti”.[20]
    Stupiva i contemporanei un ragionamento che scaturiva dalla radicale contrapposizione essere/non-essere e da un’immediata conseguenza del principio di non-contraddittorietà dell’essere e del pensiero, teorizzato in seguito da Aristotele come evidenza prima e indimostrabile alla ragione senza la quale diverrebbe impossibile qualsiasi conoscenza necessaria-filosofica, restando solo il mondo dell’opinione.
    Parmenide e gli eleati si contrapponevano soprattutto al pensiero di Eraclito, loro contemporaneo, filosofo del divenire che basava la conoscenza interamente sui sensi. Nella prospettiva della storia della filosofia, sarà quindi Hegel a concepire l’essere in maniera radicalmente opposta a Parmenide.
    Anche l’atomismo democriteo intese contrapporsi alla teoria eleatica dell’Essere (che aveva cercato una soluzione al problema dell’archè negando alla radice un fondamento originario al divenire), presupponendo gli atomi e uno spazio vuoto, diverso dagli atomi, in cui essi potessero muoversi, ipotizzando in un certo senso una convivenza di essere e non-essere.
    In seguito furono i sofisti a cercare di confutare il pensiero degli eleati, opponendo al loro sapere certo e indubitabile (επιστήμη, epistéme) sia il relativismo di Protagora, sia il nichilismo di Gorgia. Uno dei maggiori problemi sollevati da Parmenide riguardava in particolare l’impossibilità di oggettivare l’Essere, di darne un predicato, di sottrarlo all’astrattezza formale con cui Parmenide l’aveva enunciato, e che sembrava contrastare
    con la pienezza totale del suo contenuto. Fu seguendo questa strada che Platone, nel tentativo di risolvere il problema, approderà al mondo delle idee.

    @ vincenzo:

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