I cantanti professionisti continuano a non apprezzare i talent show. Quest’oggi è il turno Mario Biondi, Lucio Dalla, Djivas dei PFM e Ornella Vanoni.
Mario Biondi li definisce pericolosa lusinga (fonte Il tempo):
I talent sho sono un bel contenitore per confrontarsi coi big. Un giovane che incontra un Beppe Vessicchio non è un fortunato? Solo attenzione al tritacarne del mercato. Pericolosa lusinga.
Patrick Djivas dei PFM è più pesante e li descrive come lotterie (fonte Ansa):
Di quelli che entrano nei talent show su cento uno ce la fa e 99 tornano a casa, ma anche chi ce la fa, non diventa un musicista. Al massimo diventa famoso. Per diventare un musicista professionista bisogna intraprendere una carriera molto più difficile a cui dedicare tutta la propria vita, ma che magari ti renderà famoso solo tra 10 anni, oppure mai.
Ornella Vanoni prima li critica (fonte Corriere della Sera):
De Gregori va a X Factor? Ok, vuol dire che è l’unico modo per far promozione. Tutti pubblicano dischi, professionisti, dilettanti, quelli di X Factor, quelli di Amici. Ma il nostro è un Paese piccolo e anche in crisi economica. Il meccanismo scoppia. Ma vogliamo dire una buona volta che il palcoscenico non è per tutti?
Poi li difende … (fonte Il giornale)
Mi ha impressionato in Grazie a tutti Alessandra Amoroso. Preparatissima. I talent show producano solo schifezze? Ma va, sono tutti molto preparati. Magari non hanno ancora l’espressività giusta, ma vocalmente sono straordinari. E mostrano subito una sicurezza… Io al debutto ero un cane e Mina ancora peggio.
Lucio Dalla parla dei talent come di strada malinconica:
Penso siano una delle poche vie per far vivere la musica. Ma è una strada malinconica.