Aldo Grasso ha commentato la nona edizione di Amici nella sua rubrica su Corriere.it A fil di rete: il critico ha attaccato i colleghi giornalisti, discografici e i conduttori radiofonici, rei di essere troppo narcisisti e troppo amici di Maria De Filippi:
Ai suoi piedi, la riveriscono torme di giornalisti (per un’apparizione televisiva, per un po’ di fama parleranno mai male di lei?), schiere di discografici (era un mestiere di prestigio, adesso sembra una famiglia di nobili decaduti in un tricamere di periferia), legioni di conduttori radiofonici pronti a lanciare il prodotto sul mercato pur di uscire dal loro ligio anonimato aziendale.
Grasso mette in discussione i brani e chi li esegue:
Come in tutti i talent a dominare è la retorica del sogno realizzato, non importa se la qualità dei pezzi è modesta, se spesso si tratta di successi effimeri, se le personalità dei concorrenti sembrano prefabbricate … Intorno alle canzoni si costruisce un pesante apparato, come se, da sole, non fossero sufficienti a reggere lo show.
Il critico conclude il suo pezzo sottolineando nuovamente la piaggeria di alcuni suoi colleghi nei confronti di Maria De Filippi:
tutti prodighi di elogi non solo per i giovani talenti, ma anche e soprattutto per la missione di talent scout di lei, Maria, l’Organizzazione.
i agree with him