Antonella Elia parla della sua lunga carriera e ammette, senza ipocrisie, di non essere soddisfatta e di aver agito spesso in maniera troppo impulsiva.La Elia, in un’intervista rilasciata ad Alessandro Ferrucci su Il Fatto Quotidiano, racconta:
Ho sbagliato a lasciare la televisione per il teatro, avevo in progetto un musical. Un errore fatale, mentre dovevo essere più solida. Oggi, magari, sarei a condurre un programma un po’ più serio.
Le sue scelte sono state basate troppo sull’istinto:
Il mio problema è che sono fatta così: non riesco a mantenere rapporti a lungo termine, non riesco a far parte di una famiglia per troppo tempo. Abbandono. Devo cambiare. E a un certo punto la famiglia di Mediaset mi stava stretta. Aggiungo un aspetto: sono stata consigliata male.
Per lui (Mike Bongiorno, ndr) lo sponsor era religione, e infatti in bassa frequenza si sono sentiti tutti gli insulti per me: ‘Stronza, sei una stronza, ma chi pensi che ti dà i soldi’. Ci stava. Ma sono sempre stata così, non sa le volta che sono andata fuori copione infischiandomene delle conseguenze. E’ più forte di me.
La Elia ricorda un episodio con Corrado:
Un giorno mi vede silenziosa, quasi da parte. Mi chiama e dice: ‘Che hai?’. Niente, rispondo, solo che l’altra è così brava, perfetta, bella da crearmi complessi. Mi sento cretina, sono una gaffe perenne. E lui: ‘Non cambiare mai, fai la scema che va benissimo“.
Antonella ricorda anche l’esperienza con Raimondo Vianello a Pressing:
Mi vietavano di imparare qualcosa di calcio. Non potevo. Quando gli altri si riunivano per guardare il match del pomeriggio o della sera, io mi curavo le unghie o magari altro. Insomma, qualunque cosa ma niente pallone, altrimenti temevano per le mancate gag della diretta.