Dario Nanni, uno dei Nip più apprezzati (e discussi) dell’Isola 7, racconta la propria avventura da naufrago, sogni e speranze per il futuro a pochi mesi dalla sua partecipazione al reality di Simona Ventura.
Ciao Dario. Prima di sbarcare in Nicaragua hai preso parte a Il più bello d’Italia nel 2007. Cosa ti spinse ad iscriverti al concorso?
Un amico, Antonio, con cui facevo atletica leggera, vi partecipava e così decisi di fare una selezione a Napoli … per mettermi alla prova anche con lui…ma non ebbi il tempo di proseguire nelle selezioni poiché ero all’università. La stessa estate ero stanco di studiare e per staccare dai libri facevo l’animatore (istruttore di vela) in un villaggio in Sicilia: proprio lì si tennero le selezioni per Mr Italia. Ho pensato che fosse destino che ci provassi (anche per poter fare qualche viaggio in giro di quelli “tutto pagato”) … beh, poi è andato alla grande, ma è rimasta un’esperienza fine a se stessa.
Come sei arrivato a fare i casting per il reality di Raidue?
Ero in discoteca vicino Milano (dove intanto mi ero trasferito dopo la laurea) e vedendo il gazebo delle selezioni dell’Isola, e non trascurando l’effetto rallegrante di un paio di bicchieri di vino bianco…ho provato a darmi da fare per andare incontro al mio costante desiderio di avventura…quale più grande di vivere su di un isola deserta? Anche stavolta la fortuna ha fatto si che andasse tutto per il meglio!
Alla vigilia del tuo sbarco all’Isola hai dichiarato: “L’isola è una sfida con me stesso, con la natura e con gli altri naufraghi. E’ poi stare su un’isola deserta era il mio sogno da bambino”, la tua scommessa personale è stata vinta?
Assolutamente si, sono ancora convinto di questa frase e, come si è visto in tv, è stato questo il modo in cui ho interpretato l’avventura. Sono rimasto invece deluso dallo spirito poco propositivo dei miei compagni di viaggio che hanno concentrato le energie più nella lotta tra naufraghi (anche con strategie “selvagge”) che nella sfida con se stessi e la natura (selvaggia per davvero).
Nelle varie tipologie di naufraghi, quest’anno avresti dovuto incarnare il classico stereotipo del bello e impossibile, pronto a dare filo da torcere alle isolane. Ma non è stato così. Come mai?
Beh… in quanto non famoso sono un pò a secco di dinamiche televisive e quindi non mi sono sentito forzato nella volontà di interpretare questo personaggio, perché quando non si mangia da mesi mettersi a fare il Don Giovanni è certamente una forzatura. E’ un fatto di priorità naturali nella mente umana. Diciamo che anche in questo caso sono stato molto me stesso…forse troppo!
Sei stato accusato, da più parti, di essere stato calcolatore, petulante, indisponente, per niente leader e privo di personalità durante l’avventura in Nicaragua. Come rispondi agli attacchi dei tuoi detrattori?
Beh…sul calcolatore sono d’accordo. Sono fatto così, e mi sta bene. Il “petulante\indispondente” l’ho in parte notato anche io rivedendomi. La fame e soprattutto il contesto così aggressivo devono aver suscitato in me una certa antipatia verso i concorrenti, che ovviamente non hanno perso l’occasione per accordarsi contro di me…anche se il pubblico a casa mi ha salvato per 3 volte di fila! Per quanto riguarda la leadership invece sono molto soddisfatto di come mi sono comportato all’Isola. Il fatto che si associ questa parola al mio nome, anche se da alcuni in senso negativo (Domenico, Dennis, Federico) e da altri in positivo (Luca Rossetto, Clarissa, Aura, Nina) non fa altro che confermare invidie e riconoscimenti che un leader si tira dietro data la sua posizione più coinvolta di altri.
Come procede l’intesa con Nina Senicar con cui hai rivelato di aver condiviso anche il letto?
(ride ndr) Sono stato davvero un uomo fortunato ad uscire dall’Isola proprio con lei non credi? Comunque siamo entrambi un paio di trottole sempre in giro per l’Italia (lei più di me) e quindi è davvero complicato anche vedersi per un gelato. Io sono sempre convinto che Nina non ha rivali.
Se nel giro di breve tempo non dovessi raccogliere i frutti del reality, pensi di ritornare alla vita di tutti i giorni e magari sfruttare nuovamente la tua laurea in economia aziendale?
Senza dubbio mi sto godendo il mio periodo di popolarità…diciamo mi sono concesso una seconda adolescenza (anche perché se non anagraficamente io l’adolescenza di feste e festini non l’avevo mai vissuta veramente preso com’ero tra gli allenamenti di triathlon (nuoto, ciclismo, corsa) la vita da studente.e qualche ritaglio di tempo per il mio cane e qualche giochino al pc!). Sto provando ad avvicinarmi al mondo della recitazione per provare se mi interessa…e se sono in grado di praticarla! Fare l’imprenditore resta sempre un’idea concreta nella mia mente.