Fabrizio Corona è rinchiuso nel carcere di Busto Arsizio, ma a difenderlo ci pensa sua madre che ieri pomeriggio, ospite di Silvia Toffanin a Verissimo, ha parlato di lui e lanciato un appello al presidente della Repubblica affinchè aiuti suo figlio a venire fuori da questa ingiusta situazione. La signora Corona commenta la sentenza che ha condannato Fabrizio a 5 anni di carcere per estorsione:
E’ una sentenza ingiusta e paradossale, dettata probabilmente da un giudizio di tipo morale che i magistrati hanno voluto dare a mio figlio. Purtroppo Fabrizio è vittima di un sistema che non funziona. Al momento pare che serva come capro espiatorio per placare la rabbia degli italiani nei confronti delle ingiustizie che accadono in questo paese.
Secondo Gabriella è giusto che il figlio paghi, ma non è un criminale:
C’è un accanimento nei confronti del personaggio che Fabrizio ha voluto creare. Ma, mi sento di dire che Fabrizio non è un criminale e non lo sarà mai. Ha commesso dei reati, (per i quali é giusto che paghi), ma è anche, e ribadisco anche, una persona perbene. Negli ultimi due anni ha pagato debiti e avviato un’attività che funziona benissimo e di cui io sono orgogliosa.
La signora Corona teme che il carcere aggravi la depressione monopolare di cui Fabrizio soffre:
Fabrizio avrebbe bisogno di una detenzione alternativa. Il carcere ha già peggiorato il suo disturbo della personalità. L’altra volta, quando è uscito dal carcere ha iniziato a commettere alcuni reati, perché lì ha conosciuto i delinquenti veri. In galera peggiorerà la sua situazione umana e psicologica.
Gabriella spiega che il figlio non è scappato:
Fabrizio è un uomo d’onore siciliano e non sarebbe mai scappato, sottraendosi alle sue responsabilità, come non avrebbe mai pianto, perché un uomo d’onore siciliano non piange mai. Il suo è stato un colpo di testa dettato dalla paura, perché non si aspettava questa sentenza. Non aveva programmato nessuna fuga, altrimenti me l’avrebbe detto.
La signora Corona parla delle telefonate che Fabrizio le ha fatto in questi giorni:
La prima volta che mi ha chiamato ha voluto subito rassicurarmi sulle sue condizioni di salute. Poi, nelle altre conversazioni telefoniche, l’ho sentito sempre più angosciato e agitato perché aveva paura che nelle carceri italiane potessero fargli del male. Temeva per la sua incolumità.
Infine la signora Gabriella lancia un appello al presidente della Repubblica:
Chiedo al presidente Napolitano, che stimo tantissimo, e a tutte le forze politiche, che aiutino mio figlio a venir fuori da questa situazione ignobile. Chiedo che mio figlio paghi solo per quello che ha commesso, non per ciò che non ha commesso.