Francesca Fogar è stata una dei semifinalisti de L’isola dei famosi. Francesca, eliminata alla terza nomination, è stata un personaggio molto forte dell’ultima edizione del reality di Rai Due, riuscendo ad eliminare al televoto due protagonisti come Gianna Orrù e Nina Moric. La figlia del mitico Ambrogio Fogar è stata anche al centro delle polemiche: la presunta cupola delle nomination con Gianna Orrù e l’irregolarità della lente di ingrandimento per accendere il fuoco.
Oggi Francesca è ospite di Mondoreality.
Come è stato il rientro alla quotidianità?
Premetto che sono abitutata a stare lontano da casa per lunghi periodi: il mio record di lontananza è stato 3 mesi, quando ho fatto un viaggio fra il Madagascar e l’America. Dunque conoscevo già la sensazione di tornare alle cose di tutti i giorni, ai sorrisi degli amici e ai rumori del tram. Dopo L’isola la sensazione è stata potenziata perché sono tornata in un mondo che mi ha visto. Quando incontro le persone per strada, sembra che mi conoscano da sempre. L’impatto violento è stato quando ho scoperto che quello che ho vissuto era diverso da quello che era stato raccontato.
Perché diverso?
Mi aspettavo che venissero raccontate delle sensazioni di come ho vissuto L’isola, invece quando sono andata a rivedermi ho scoperto che la mia Isola è stata mostrata in una maniera diversa. Non per forza è un’aspetto negativo, c’è una differenza tra quello che ho vissuto e quello che è uscito fuori. Per esempio pensavo – banalmente – di non avere una specifica faccia durante una situazione e invece mi sono rivista ho capito di avere quella faccia. E’ una sensazione strana.
Sei arrivata in semifinale, ad un soffio dalla finalissima. Ti sarebbe piaciuto vincere?
Ovviamente si, ma il mio obiettivo non era la vittoria, bensì fare quest’esperienza secondo quanto mi ha insegnato mio padre riguardo l’avventura e la natura. Volevo tenere alto l’onore familiare. Se fosse arrivata la vittoria, molto meglio. Con i soldi della vincita avrei comprato una barca che non avrei usato per fare la figa in Sardegna, ma per fare – un giorno – il giro del mondo come ha fatto mio papà visto che è il mio sogno.
In uno degli ultimi confessionali sull’isola hai dichiarato: “Ho vinto con me stessa“. Perchè?
Ho vinto con me stessa perchè sono convinta di essere riuscita a tenere alto un valore di tradizione e di memoria che era quello di mio papà. Questo era il mio obiettivo principale, ma anche la preoccupazione perchè non avrei voluto trovarmi impreparata in qualsiasi situazione. Ho vinto perchè non ho deluso l’aspettativa che poteva avere mio padre su di me.
Dei due mesi sull’isola qual è stato il momento più emozionante e quale quello più tosto?
I momenti emozionanti coincidono con quelli più duri, perché la misura dell’emozione è data dalla sofferenza. I momenti più emozionanti sono stati due. Il primo è quando ho acceso il fuoco. L’altro quando ho scritto una lettera dove gli ho scritto come mi sentivo in quel momento e come stavo vivendo. La lettera l’ho messa dentro una conchiglia e l’ho seppellita a Playa Uva. Un giorno, magari tra dieci anni, tornerò a Playa Uva a scavare e riscoprire come ero. Un momento duro, invece, è quando ho capito che ogniuno di noi viveva L’isola in modo diverse e con concezioni diversi. Per molti l’esperienza era più legata allo show, mentre io ho vissuto L’isola in modo più poetico e romantico. Lì ho pensato che stessi vivendo un’isola che non c’è.
Hai parlato di accendere il fuoco. Ci sei riuscita, anche, grazie alla lente di ingrandimento. Ci puoi spiegare meglio?
Non è una lente di ingrandimento normale, è una lente da presbiopia che ha cinque gradi invece che due. Ma è una lente da occhiali e non di ingrandimento. Prima di partire mi sono messa d’ingegno e ho pensato che il fuoco fosse stato importante per la sopravvivenza di tutti e non solo mia. Prima di partire non avevo provato e infatti ci ho messo un bel pò per capire come funzionasse sull’isola prima di accendere il fuoco. Non capisco solo perchè non sia stata “denunciata” subito, visto che lo sapevano. Non capisco perchè non mi hanno spento il fuoco, se era così scorretto ai fini del gioco. Invece c’è stata una gogna mediatica finale anche molto simpatica.
Si è parlato molto di una cupola della nomination. C’era oppure no?
Se per cupola intendiamo confidarsi le simpatie e le antipatie, allora la cupola c’era. Con Gianna (Orrù, ndr) ho avuto un sincero rapporto di amicizia, perchè mi sono sentita affine a lei più che ad altri. Io non la chiamerei cupola, non ci vedo nulla di male nel confidarsi le antipatie. Se per cupola, invece, intendiamo chi dovesse esser emesso in nomination, allora la cupola non c’era. Sarebbe di una presunzione enorme pensare di essere così potenti da decidere chi mandare in nomination. L’unica “cupola” che ho messo in atto è stata con Materazzi e con Killian, quando ci siamo detti di votarci a vicenda.
Tra i tuoi colleghi naufraghi chi hai stimato di più e chi di meno?
La stima ce l’ho per Gianna, per l’esperienza della sua vita che non è stata facile e lei è una donna forte ed in gamba. Ho stimato Magda e Walter, che fanno capo alla loro umanità. Ho stimato Killian per i suoi buoni sentimenti per essersi fatto da solo, senza una struttura familiare forte alle spalle. Ho stimato Thyago perchè la prima cosa che ha fatto, a 18 anni, con i primi guadagni è stato comprare la casa ai loro genitori …
Hai stimato anche Nina e Laerte?
Ho voluto bene, in termini di affetto, sia per Nina che per Laerte. Per Nina perchè non le manda a dire, non è manovrabile, si prende la responsabilità di quello che fa e dice. Laerte è impulsivo, fa cose che non farei ma meritano comunque di essere rispettate. Nina e Laerte sono comunque le due persone da cui mi sento più lontana.
Ora che sei tornata in Italia continuerai la tua carriera da giornalista e autrice tv?
Sono già tornata a Mediaset. Non so se quest’esperienza mi aprirà delle porte diverse dalla cronaca e dal costume. Spero che succedano cose belle.