Grande Fratello 11, Margherita “traumatizza” anche Alex Britti, a Pomeriggio Cinque

Barbara D’Urso l’aveva promesso, o meglio, minacciato: Margherita Zanatta sarebbe diventata un’opinionista fissa di Pomeriggio Cinque, con l’unica certezza che, a ogni comparsata della 29enne terza classificata al GF, la sola arma di difesa del telespettatore sia quella di abbassare il volume.

Ospite del salotto pomeridiano di Canale5 è stato un entusiasta Alex Britti, che rispondeva alle domande della conduttrice, quasi per farci un favore. Margherita, che aveva già incontrato il cantautore in occasione della finale del reality, ha deciso di traumatizzare nuovamente l’artista romano, entrando, da vera diva, intonando (o meglio starnazzando) le note di Oggi sono io.

Come se non bastasse, nella concitazione, Margherita, anche se per pochi centesimi di secondo, non ha rinunciato a quello che è diventato il suo indelebile marchio di fabbrica: mostrare le chiappe in diretta nazionale.

Alex Britti, “sbracato” nella sua poltroncina con la sua chitarra in mano in attesa che qualcuno inserisse la monetina per farlo iniziare a cantare, non ha potuto far altro che soccombere all’esuberanza di Margherita.

Dopo un “Viva l’amore!” esageratamente ruffiano e francamente evitabile, Margherita racconta un altro spassosissimo aneddoto, che ovviamente fa ridere solo lei: durante la finale, Alex chiese gentilmente a Margherita di tenergli la chitarra e quest’ultima, pensando si trattasse di un regalo, se ne stava andando col prezioso cimelio.

Successivamente Margherita ha un principio di orgasmo all’ascolto di uno dei classici assoli del chitarrista e infine, rivolgendosi sempre ad Alex, neanche fosse un bimbo di 2 anni alla prima volta allo stadio, Margherita se ne esce così:

Hai visto quanta gente che c’è!

Piccolo particolare: Alex Britti era sotto le forche caudine di Barbara D’Urso da oltre un’ora.

Terminando, all’appellativo di “tonta”, Margherita non vuole proprio rinunciarci e forse, per lei, meglio così: è la strada giusta per costruirsi un personaggio.

Sta a noi, poi, apprezzarlo o meno.