Abbiamo intervistato LaLa McCallan, tra le finaliste di Italia’s Got Talent 2.
Ciao LaLa. Ti aspettavi un simile consenso da parte del pubblico di Italia’s Got Talent?
Abbiamo partecipato ad Italia’s Got Talent per raggiungere un pubblico più ampio di quello che riuscivamo a fare con i nostri spettacoli teatrali. Anche se il pubblico dei nostri show ci ha sempre dimostrato un apprezzamento superlativo, avevamo molti dubbi sul fatto che il personaggio si potesse “tradurre” bene anche sul piccolo schermo, soprattutto visti i brevissimi tempi televisivi. Come sai poi il montaggio della trasmissione può essere più o meno a favore dell’artista, e io ero veramente terrorizzato di quello che avrebbe potuto essere il risultato finale. Con incredibile sollievo, ho visto invece che gli autori hanno capito perfettamente il nostro progetto, ed hanno fatto uno il miglior lavoro di editing che avremmo potuto desiderare. Di conseguenza il pubblico ha reagito proprio come il nostro pubblico teatrale, e non potremmo essere più soddisfatti di così.
Qual è stata l’arma vincente di LaLa McCallan per attirare i favori dei telespettatori?
Dal punto di vista della personalità, LaLa è stata semplicemente se stessa. E così io e Stuart. Credo che i telespettatori abbiano intuito che dietro il personaggio si celano persone fondamentalmente genuine. Naturalmente per la trasmissione abbiamo investito ulteriormente sull’immagine, creando appositamente un nuovo, elaboratissimo costume (quello settecentesco) e due nuove acconciature altrettanto complicate.
Come è nata LaLa?
E’ nata dalla voglia di creare qualcosa di unico che unisse tutte le nostre abilità e la nostra esperienza in campo teatrale e non solo. E’ nata anche dalla voglia di sperimentare cose nuove vocalmente, di creare una illusione che demolisse stereotipi di ogni tipo, da quelli legati all’identità sessuale a quelli relativi ai generi musicali e all’interpretazione vocale.
Hai, più volte, sottolineato la diversità tra Lala e Daniele. Possibile che non ci sia un tratto in comune tra i due?
Certo che ci sono tratti in comune! Dico sempre che LaLa rappresenta la parte migliore sia mia che di Stuart, e nessuno dei nostri difetti. Ad esempio è sempre allegra, elegante, sa risolvere ogni situazione con stile, e non si arrabbia mai! Noi cerchiamo di assomigliarle il più possibile, ma come si fa?
Come è costruito un tuo spettacolo tipo?
La forma di spettacolo che preferiamo è quella del Dinner Show, cioè di momenti di spettacolo che si alternano alle portate di una cena elegante, come succede nel nostro amatissimo Teatro Eden a Bologna. In ogni uscita LaLa canta due canzoni e racconta divertenti aneddoti sempre con uno splendido nuovo costume ed una nuova acconciatura. A volte duetta con se stessa, e a volte Stuart si unisce a lei per una canzone o due. Grazie a questa formula il pubblico può rilassarsi tra un momento di spettacolo ed il prossimo, e la serata assume un ritmo veloce e piacevole. In alternativa LaLa si alterna a Stuart, che è anche un accattivante crooner (cioè un cantante di easy listening, genere comune a Buble e a Sinatra). Ci piace dire che nei nostri spettacoli la migliore tradizione di Las Vegas si unisce ad una eleganza tutta europea.
Non hai mai subito qualche forma di pregiudizio per il fatto di aver impersonato il personaggio della Diva En Travesti?
Sinceramente no. Tutte le persone che vengono a vederci sono sempre un pò sconcertate all’inizio dello spettacolo, ma presto capiscono l’autoironia del personaggio e quando arriva l’ultimo numero sono in visibilio. E poi Daniele non manca mai di fare un’apparizione al momento del bis, cosa che piace e spiazza ancora di più.
Mi ha colpito tantissimo l’applauso dei tuoi genitori durante la finale. Come hanno preso le tue scelte di vita?
Se per scelte ti riferisci alla carriera – perchè quella effettivamente si sceglie – sono sempre giustamente apprensivi, ma anche incredibilmente solidali. Se invece ti riferisi al fatto che Daniele si è innamorato di un uomo – che di certo non è stata una scelta – beh, ci hanno messo un attimo, cosa molto comprensibile, ma poi si sono dimostrati i genitori più meravigliosi avrei potuto desiderare. Bisogna dire che hanno dovuto abituarsi presto, perchè appena ho capito chi ero, circa a 18 anni, gliel’ho detto subito.
Cosa ci riserva, per il futuro, LaLa McCallan?
Cercheremo di fare girare quanto più possibile il nostro spettacolo. La domanda più frequente dopo il programma è “Quando ti esibirai nella mia città?” Sarebbe meraviglioso se qualche promoter si rendesse conto del potenziale del personaggio e ci desse una mano, ma in ogni caso la nostra risposta è sempre quella: stiamo facendo tutto il possibile!
Come riassumeresti in poche parole l’esperienza di Italia’s Got Talent?
E’ stata come una corsa sull’ottovolante senza la cintura! Abbiamo conosciuto persone fantastiche, e devo dire che soprattuto prima della semifinale si era creata una bellissima atmosfera tra i concorrenti. Non ho visto divismo di nessun tipo. E’ stato molto duro tornare per la finale e non rivedere nuovi amici come il bravissimo Emanuele D’Onofrio, gli incredibili Nancy e Carlo Triberti, o le simpaticissime Riffe di Raffa. Meno male che poi sono arrivati per apparire all’inizio dell’ultima puntata. Comunque vorrei dire ai futuri concorrenti che IGT più che una competizione di talenti è uno show [italico] basato sul talento. I finalisti erano talmente diversi tra loro da non essere veramente paragonabili. Per noi la vera vittoria è stata arrivare alla fine, e mostrare tre aspetti diversissimi del nostro personaggio.