Ha collaborato con Corrado, Simona Ventura, Amadeus e ora, con Maria De Filippi. Parliamo di Paolo Carcano, regista delle tre edizioni di Italia’s got talent. TvZoom lo ha intervistato e qui vi proponiamo le dichiarazioni più interessanti.
Per Carcano l’exploit di ascolti di quest’anno è dovuto ai tre giudici:
Il successo è stato dei tre giudici che sono diventati gli amici di casa. Il pubblico si immedesima in Zerbi che è la parte “cattiva”, la professionalità al di sopra delle parti o la sensibilità di Maria che scopre dei lati nascosti delle persone e Gerry che è il buono, che è lo zio che mette d’accordo tutti.
In tutto ciò, c’è anche un pizzico di merito per Carcano:
Il mio lavoro è catturare l’emozione dei giudici. E quella è anche la difficoltà. Noi non proviamo mai nulla, aldilà delle cose tecniche come i microfoni o gli ingombri per non impallare le telecamere. Le loro espressioni, le smorfie, il dissenso di Zerbi quando un “concorrente” canta, sono tutte improvvisate. È la classica situazione di tre persone davanti alla televisione che fanno i loro commenti. La forza sono loro tre. Dietro ovviamente c’è un lavoro incredibile di redazione e produzione.
Carcano, formatosi come aiuto regista di Stefano Vicario (“che per me è un gran Maestro“), svela che la prima edizione di Italia’s got talent fu supervisionata dagli inglesi; poi pian piano lo show si è italianizzato:
Questo programma ha un format inglese, il primo anno c’era la supervisione loro per quello che era l’impostazione delle camere poi piano piano l’abbiamo italianizzato. L’ abbiamo adattato nel montaggio ed il grosso dubbio e la grande sfida era se fosse possibile andare in onda il sabato sera con un programma montato diversamente dal solito perché gli italiani sono abituati vedere dei varietà alla Ballando con le stelle, C’è posta per te, Fiorello, programmi di intrattenimento che hanno una consecutio, questo è stato proprio cambiare il loro modo di guardare la tv.
Carcano da dieci anni lavora con la De Filippi e “non ho tempo per far altro“:
E per questo mi reputo molto fortunato. Io metto a disposizione la mia professionalità e lei, come gli altri per cui ho lavorato, la sfrutta come meglio crede. Con Maria mi trovo benissimo. Lei è una che non ti dà dei limiti, lascia spazio alle persone per quanto se c’è qualcosa che non va è la prima a dirlo.