Marco Mengoni ha rilasciato un’intervista a Luca Dondoni de La Stampa, raccontando la sua vita prima della vittoria di X Factor:
Uno come tanti innamorato di se stesso. Sono sempre stato un po’ divo, qualcuno potrebbe dire un po’ troppo autoreferenziale ma è la verità e non mi nascondo mai dietro un filo d’erba. Ho iniziato a cantare alle feste della salsiccia, alle sagre del mio paese, Ronciglione provincia di Viterbo ma pian piano mi sono convinto di aver talento e ho cominciato a bussare alle porte delle case discografiche che puntualmente mi rimandavano a casa. Con alcuni amici ho creato un gruppo, i Brainless e assieme a loro ci ho provato un repertorio anni ’70 ’80. Lasciamo perdere i risultati.
Un successo che non ha rivoluzionato il suo stile di vita:
Le dico la verità: no. Almeno sino ad ora. Anzi più il tempo passa e più mi ritrovo con i piedi ben attaccati a terra. So che questa cosa della popolarità potrebbe finire domani e con la testa vado avanti. Cerco di immaginarmi, invece, quando magari non farò più il cantante e dovrò inventarmi un altro lavoro.
Ha, inoltre, aggiunto:
A 17 anni sono uscito di casa e la responsabilità vera l’ho sentita quando ho deciso di lasciare mamma chioccia e papà chioccio. I miei genitori lavoravano sino a tardi e in pratica mi hanno cresciuto i nonni. Ecco, il nonno mi ha insegnato che le responsabilità sono il sale della vita; bisogna affrontarle e conviverci.
Il fu Re Matto non immagina la sua vita tra dieci anni:
Non ne ho idea. Quasi certamente non farò più questo lavoro. No, forse ho esagerato, non lo so… sono molto confuso. Però le posso dire cosa farò tra 150 anni: sarò in Paradiso, se c’è, a duettare con Jimi Hendrix.
Ai suoi coetanei, il cantante dà alcuni consigli per intraprendere la sua stessa sfavillante carriera:
Scappate a gambe levate! Vabbè scherzo. Vivete la vita con leggerezza e soprattutto non prendete mai le cose troppo sul serio. Il tentativo di sfondare da giovani è sacrosanto. Circondatevi di persone che vi vuole bene e inseguite i vostri sogni anche se c’è chi vuole ucciderli in culla. Per il resto buona fortuna. Ce ne vuole tanta.