Le sfide del Ninja Warrior si svolgono due volte all’anno, sono costituite da 4 stage diversi in ordine di difficoltà e solitamente sono divise tra uomini e donne. In Giappone va in onda sulla rete TBS (Tokyo Broadcasting System) mentre in Italia lo possiamo vedere sull piattaforma Sky sul canale GXT commentato dai campioni olimpici Yuri Chechi e Antonio Rossi.
La vicinanza tra la rete satellitare G4 e il mondo dei videogiochi si palesa immediatamente nel momento dell’apertura di una nuova trasmissione. Non a caso il target principale del canale americano spazia dai ragazzi tra i 18 e i 35 anni. Ma anche in questo caso spuntano dei problemi puramente anagrafici: decine di lamentele giungono dai fan che vorrebbero mettersi alla prova in questo tipo di show. Il problema è che non si tratta di un semplice videogioco e per questo motivo i concorrenti devono avere 21 anni (maggiore età negli States) per poter partecipare. Certamente non solo l’età rappresenta un ostacolo per l’accesso al Ninja Warrior: coloro che partecipano devono svolgere un’attività fisica molto dura affinchè possano avere una preparazione idonea per affrontare le prove previste dal programma.
Non tutti sono in grado di superare le prove (talvolta quasi al limite delle possibilità umane) da marines, o peggio, da ninja. Certo che dai 21 anni in poi una persona deve prendersi le proprie responsabilità e nello specifico significa affrontare dei possibili infortuni.
Questo accade nel reality Ninja Warrior di G4: pericoloso allo stesso livello del precedente ma almeno queste dure ripetizioni di allenamento non vogliono sembrare per forza un gioco da ragazzi. Anzi, sono la testimonianza della mancanza molto evidente di colori primari e della grafica tipica dell’animazione giapponese alla quale siamo ormai abituati.