Noemi fa pace con sé stessa e il suo aspetto fisico.
L’ex giudice di The Voice si accetta così come è e non si pone problemi sulla cellulite o qualche chilo in più.
Ho avuto le mie paranoie, come questa specie di obbligo a essere in forma. Negli ultimi tre-quattro anni ho preso qualche chilo. I primi tempi non riuscivo neppure a guardare le mie foto, adesso chissenefrega. Non posso diventare gigante (ne risentirebbe la salute), ma così mi vado bene. Incredibile! Trovo pericolosa l’attuale ossessione per la perfezione e soffro a vedere queste ragazzine che non escono di casa se non sono truccate, impeccabili. È una specie di maschera, la loro, che rivela un’insicurezza bestiale: dietro c’è sofferenza. Io ho avuto un’adolescenza solitaria, ero chiusa e la musica era un rifugio: all’università – quando ho cominciato a esprimermi, accettando i miei limiti – la gente si è avvicinata. L’imperfezione è sexy, ti rende simpatica. C’è bisogno di verità. Perfezione significa pure omologazione: se togli i difetti siamo tutti uguali.
Ha raccontato intervistata da Io donna spiegando anche di essere diventata una donna consapevole di sé stessa.
Sono sempre stata battagliera e coraggiosa, ho preso certi muri a 200 all’ora… poi ho capito che bisogna lasciare scorrere la vita, non fare-fare-fare. Mi ero annullata in questo mestiere e ho sentito il bisogno di mettere una distanza non esclusivamente psicologica: mi sono trasferita per un periodo in inghilterra. Mi sono riscoperta. E mi sono liberata dalla sindrome da controllo, che non ha senso: oggi si vive con estrema velocità e si butta via in fretta, non puoi ingabbiare nulla. Meglio un atteggiamento distaccato. Mi guardo con occhi più benevoli: combatto, combatto e non arrivano frutti? Bene: significa che non è ancora il momento. Mi perdono i punti deboli, le mancanze.