Rocco Siffredi è ossessionato dal sesso. L’abbiamo capito, ma l’ex pornodivo italiano riconvertito alla regia e alla produzione di film hard non perde occasione di sottolinearlo.
Anche a Venezia 73, dove ha presentato il documentario Rocco girato dai registi francesi Thierry Demaziere e Alban Teurlai.
Sin dall’età di 12 anni ho una vera e proprio ossessione per il sesso, sono stato anche ricoverato per abuso di masturbazioni. Da bambino parlare di sesso era molto complicato in famiglia. Io il Diavolo ce l’avevo tra le gambe già da ragazzino mentre i miei coetanei seguivano alla radio il calcio. La mia sessualità era insomma travolgente. E pensare che mia madre voleva farmi diventare prete e mi obbligò a fare il chierichetto. Quei principi, quell’educazione alla Chiesa, mi sono rimasti addosso e non mi hanno aiutato molto.
Ha detto Rocco Siffredi intervistato in occasione della presentazione del documentario non rinunciando a parlare ancora dei continui sensi di colpa che continuano ad attanagliarlo nei confronti della moglie, Rozsa Tassi.
Mi dicevano sempre non avrei mai avuto una famiglia. Invece ho avuto tutto anche più degli altri. Avevo molti sensi di colpa. E quando tornavo a casa cercavo negli occhi di mia moglie il suo perdono.