Noemi continua a parlare del suo nuovo album, RossoNoemi, sui quotidiani nazionali. La ventinovenne cantante a Marinella Venegoni de La Stampa confessa di aver piacere nello scrivere le proprie canzoni ma:
Mi fa un po’ paura. La sto prendendo alla lontana, senza esagerare. Mi piace avere il controllo di quello che canto, ma poi amo le collaborazioni, e che non ci sia una regola precisa. Scrivo più volentieri la musica, sui testi si rischia di esser banali: ho cercato di evitare l’amore ho raccontato quel che sto passando ora. Nel testo di Fortunatamente, confesso di sentirmi in bilico: ho avuto successo con l’altro album, adesso vediamo.
Tra le nove canzoni che compongono l’album c’è Odio tutti i cantanti:
In una canzone Odio tutti i cantanti, c’è la metafora di vivere la vita un po’ superficiale, dove tutti possono parlare di tutto come se fossero in un bar. Invece a me piace sentir parlare chi se ne intende. Una cantante non è un’opinionista. Posso avere le mie idee, ma non sento il bisogno di dirle al mondo intero.
Noemi descrive il mondo discografico:
In questo ambiente c’è maschilismo: mi chiedono dei pezzi degli altri, mai dei miei. Invece è meglio perdere con le proprie carte, che cantare cose che non ti rispecchiano. Poi, dare la colpa alla casa discografica è una bella scusa: mica c’è Hitler a capo della Sony. Bisogna farsi rispettare, ma anche esser brave a incassare.
La cantante sciorina la teoria del rosso che c’è alla base dell’album:
Le rosse sono donne volitive. La rossa per antonomasia è Fiorella: molti autori mi hanno dato fiducia perché lei l’ha data a me, mi ha fatta ascoltare dal suo pubblico. E poi le rosse hanno un piglio maschile sulla vita. Io non sento la competizione, faccio pochi paragoni, guardo il mio. Il rosso più che un prototipo femminile è uno stile di vita: decidere per sé, tenere la barra dritta.