Moreno Donadoni, che in questi giorni vediamo sul palco di Sanremo 2015, assicura di non essersi montato la testa e spiega perchè ha deciso di omaggiare Adriano Celentano interpretando un suo grande successo.
Il rapper, intervistato da Repubblica e da Il Secolo XIX, replica a chi lo accusa di essersi montato la testa:
Sono rimasto quello di una volta. Non so se sia un bene o un male. Sono con i piedi ben piantati per terra. Ringrazio ogni giorno per l’opportunità che ho avuto. Per arrivare a determinati livelli essere sbruffoni non porta da nessuna parte e io del resto mi sento la stessa persona di tre anni fa. E, poi, uno che se la tira si fa accompagnare al Festival dal papà?
Moreno non pensa di essere sceso a compromessi:
Sono ancora apprezzato dall’underground. Lo dicono anche i più puri: nel freestyle Moreno è intoccabile. Non è la prima volta che il rap scivola verso il pop. Ho ricevuto incoraggiamenti da Fabri Fibra, che accettò di esibirsi con me ad Amici, Club Dogo e Big Fish. E’ vero, alcuni fan l’hanno presa male, ma insisto: Rocco Hunt l’anno scorso ha fatto un figurone e a Sanremo c’è stato anche Eminem”.
Nella serata di giovedì il rapper canterà Una carezza in un pugno di Adriano Celentano:
E’ il mio tributo al primo rapper della canzone italiana. Incise Prisencolinensinainciusol nel 1973, sei anni in anticipo sul primo rap che entrò nella Top 40 americana. Sarebbe bello se soltanto mi strizzasse un occhio e mi dicesse ‘sei forte’. E se qualcuno scriverà ‘ecco il molleggiato del 2015’ non sarò onorato: di più.
Chissà cosa ne penserebbe il collega Mattia Briga.