Ispirato ad un format canadese del 2004, Survivorman vi farà rivivere la sensazione della solitudine e delle temperature impossibili che avevate vissuto con i giganti della strada. Ma qui non c’è nemmeno una cabina di un tir per ripararsi: solo la forza di volontà, lo spirito d‘avventura (o dovremmo dire il coraggio) e la preparazione fisica possono far uscire il nostro protagonista da questo inferno sano (poco) e salvo (forse).
Les Stroud (nella foto) ha sfidato i più rigidi climi mentre raccontava la pubblicazione di una guida per la sopravvivenza per i telespettatori. L’avventuriero scherzava dicendo “in termini di televisione drammatica se veramente fossi in pericolo (ed è ciò che sperano i miei produttori), sarebbe meglio per la televisione”. Emozioni al cardiopalma garantite anche dalla telecamera che Les Stroud stesso porta con sé. Infatti si hanno un po’ di dubbi a riguardo: per esempio come faccia Les Stroud a portare una telecamera del peso di un macigno nelle sue imprese impossibili. Per questo molti telespettatori hanno accolto con piacere la fine dello show dal momento che lo vedevano come una presa in giro e un modo per fomentare certe imprese al limite delle possibilità umane.
Lo stesso Les Stroud è stato l’esecutive producer di programmi per bambini andati in onda sul canale YTV e ospite alla trasmissione Survive This. Nonostante le critiche rispetto alle tecniche usate per sopravvivere sette giorni in un luogo isolato, apprezziamo il fatto che nelle sue buone intenzioni ci siano delle donazioni alla The Solid Rock Foundation e a War Child, un’azione concreta per chi davvero vive in zone del mondo davvero difficili.