Bruno Cuomo, vincitore di Operazione trionfo, si racconta al tgcom

Bruno Cuomo, unico vincitore del talent show Operazione trionfo, andato in onda nel 2002, con la conduzione di Miguel Bosè, che non ebbe più edizioni successive, nonostante fu un programma di successo, torna a parlare di sè, della sua esperienza televisiva vissuta e delle possibili ragioni per cui non fu mai realizzata una seconda edizione di Operazione trionfo.

Bruno Cuomo, napoletano di 31 anni, laureato in giurisprudenza, sostiene che il programma, il quale rappresenta un pò l’antenato di X Factor, grazie alla presenza di Simona Ventura, che nei suoi programmi come Quelli che il calcio, è riuscita a parlare del talent show, creando un entusiasmo generale e la giusta odience, non è riuscito ad essere pubblicizzato nel migliore dei modi.Bruno afferma di essere rimasto in contatto con qualcun altro dei concorrenti che hanno partecipato al talent show. Ha saputo ad esempio, che Giuseppe Russo (palermitano), ha aperto una pasticceria, mentre lui è stato uno dei pochi a seguire la strada della musica (che faceva anche prima di partecipare al programma).

Bruno parla dell’album realizzato dopo la vittoria, che ha inciso in cinque giorni, ma  venendo meno i partner del programma e la possibilità di promuoverlo in tv, nessuno investì più di tanto sul loro talento, ed è questo (a suo parere) il motivo per cui nessuno ha avuto successo in futuro.

Riguardo il taent show, Bruno ribadisce che nulla era artefatto e finto, e che i litigi accadevano realmente e non per fare audience. La sua è stata un’esperienza forte, che ripeterebbe senza pentimenti e di cui ricorda con piacere il conduttore Miguel Bosè e l’esibizione con i grandi artisti, tra cui Anastacia.

Dopo Operazione Trionfo, Bruno ha fatto concerti in Campania, e lavorato nella tv e nel teatro. Adesso lavora per una tv locale in un programma che parla di calcio. A livello musicale, è uscito un singolo dal titolo La confusione, il cui testo è stato scritto da lui. Ci auguriamo che il talento di alcune persone meritevoli prenda il sopravvento sul semplice desiderio di apparire.