All’inizio di ogni stagione il conduttore Phil Keogan incitava così i concorrenti: “Il mondo vi aspetta. Buona fortuna. Viaggiate con cautela. Via!” Infatti di fortuna ce ne vuole molta per questi gruppi di persone che devono percorrere delle tappe prestabilite con i vari mezzi che hanno a loro disposizione evitando di rimanere ultimi. Per questo devono dimenticare le serie infinite di voli in classe economica e gli incontri a sorpresa di una squadra di una gara podistica: alcune di quelle sfide “Roadblock” (prova che deve essere eseguita da un solo componente del gruppo come mangiare quasi due chili di carne dalla dubbia provenienza o essere imbragati in una caverna nel buio pesto!) presuppone una seria minaccia.
Per non parlare del pericolo potenziale che comporta l’essere faccia a faccia con, dice un bodybuilder lituano, chi davvero non vuole essere interpellato su dove andare per trovare le trappole per turisti. In inglese. Questo ed altro accade nel TAR, abbreviazione per The Amazing Race, dove i concorrenti devono superare delle prove inerenti alla cultura del paese nel quale si trovano.
Intanto, come in ogni buon reality che si rispetti, il pubblico si infiamma nel momento in cui viene proclamato il vincitore: sì perchè ci sono alcuni conti che non tornano e delle prove risolte in tempi troppo rapidi e in modi sospetti. C’è chi parteggia per una squadra e chi per l’altra, proprio come se ci trovassimo in un tribunale, con tanto di prove e giudici di parte pronti a scagionare questo o quel concorrente. Chissà chi sarà il preferito tra i telespettatori. A voi l’ardua sentenza.
In Italia è stato trasmesso sul canale satellitare Adventure One nel 2005 mentre nel 2006 è andato in onda su Rai Uno ma solo per le prime due stagione. A livello mondiale il reality ha vinto dodici Emmy, ben sette per il “miglior reality show- competizione”.