Conclusa la prima puntata di The Voice of Italy dedicata ai Live, conosciamo sempre meglio i concorrenti ma anche i coach che li seguono in tutte le performance. Riccardo Cocciante è senza dubbio la personalità più oscura, che fino ad ora è emersa meno rispetto ai colleghi ‘di poltrona’. Vanity Fair l’ha intervistato per saperne di più della sua personalità.
Nonostante gli anni di carriera il maestro appare sempre un po’ fuori posto…
Le telecamere mi intimidiscono da sempre, perché la televisione non è il mio mondo. In questo contesto dico poche cose però cerco di dare loro un peso, il peso che do io alla musica.
Lui che della musica ne ha fatto un lavoro dichiara:
Questo non è un gioco, anche perché ci sono in ballo le vite dei ragazzi e meritano rispetto. E poi la musica popolare per me è importante, perché è sempre stato un faro, un indicatore della società e del tempo in cui viviamo. Per questo la trovo sempre profonda, anche se certe volte ha delle forme leggere.
I coach di The Voice spesso sono stati tacciati di troppa bontà, ma lui ci tiene a precisare che:
È vero, probabilmente dico questo perché mi dispiace e mi sento un po’ in colpa, però è anche vero che cantano bene, questi ragazzi. Se loro avranno voglia di tornare, io li ascolterò e cercherò di inserirli nelle opere. È un modo forse per farmi perdonare, ma che abbiano delle possibilità lo penso sul serio.
Anche se qualche rimpianto sembra averlo:
Durante le audizioni abbiamo rifiutato alcuni talenti. Purtroppo ce ne siamo resi conto dopo, quando ormai era troppo tardi e abbiamo detto ‘peccato’.
Infine parla ancora del suo modo di esprimersi, che forse è arrivato in modo sbagliato in tv:
Io non riuscivo a esprimermi e comunicare bene in televisione, ecco, forse le persone stanno pian piano cominciando a capire qualcosa di me.