Timothy Cavicchini, in un’intervista a Vanity Fair, fa clamorose rivelazioni su The Voice of Italy spiegando che è stata la produzione del talent di Rai Due a cercarlo e non lui a presentarsi spontaneamente ai provini e che prendono solo professionisti.
Come sono arrivato a The Voice? Mi hanno cercato loro. Hanno preso solo professionisti. Mica come a X Factor dove vedi gente che magari lavora in banca e a 40 anni si sveglia con l’idea di fare il cantante: con tutto il rispetto io penso che la musica meriti di farla chi ha in testa quello fin da piccolo ed è andato contro tutti e tutto pur di riuscirci. E poi sono sempre stato scettico sui talent perché ti fanno firmare contratti troppo vincolanti e io non posso smettere di suonare con la band: con la musica ci mangio.
Timothy spiega le ragioni per cui ha accettato di partecipare a The Voice:
Ho accettato perché mi hanno lasciato libero, non viviamo chiusi in un loft e tra noi c’è anche meno competizione: che si vinca o si venga buttati fuori cantare resta il nostro lavoro.
Secondo Cavicchini in Italia c’è bisogno di voci femminili:
Di donne brave che ne sono già tate, il mondo musicale ha fame di uomo. Anche perché quelli emersi di recente, penso a Marco Mengoni, non hanno la classica voce maschile.