Enrico Ruggeri annuncia i suoi progetti futuri a Massimo Longoni di Tgcom (la conclusione del suo tour e la stesura del suo settimo libro, un romanzo), poi parla di X Factor:
E’ divertente, difficile e dura. Ci sono anche momenti di tensione e dispiacere. E’ una amplificazione dei meccanismi della vita… Le puntate durano tre ore e succede di tutto. E soprattutto decidi il destino di altre persone. Ci sono ragazzi il cui sogno potrebbe essere interrotto o alimentato da una tua parola di troppo o sbagliata. Ci sono una serie di dinamiche molto interessanti televisivamente ma molto delicate perché stiamo parlando di ragazzi che non sanno ancora se nella vita faranno i cantanti oppure no.
Ruggeri, definito dai colleghi perfido, stratega e subdolo, definisce X Factor un gioco di società:
Ci sono dei momenti in cui ti esponi e altri invece in cui vorresti parlar male di un ragazzo ma ti rendi conto che non è il caso e allora rinunci alla gara ed edulcori un attimo il giudizio. Ma credo che nel corso delle tredici puntate ognuno dei giudici potrà rivestire un ruolo diverso. In fondo è uno spietatissimo gioco di società.
Il giudice del talent di Raidue conclude l’intervista cercando di spiegare in cosa consiste l’X Factor di un cantante:
Elio è maniacalmente attaccato all’intonazione, sfiora il pedante a volte, soprattutto su cantanti non della sua squadra. Mentre io sostengo che, all’interno di una intonazione accettabile, i cantanti che hanno successo in Italia da trent’anni e riempiono gli stadi lo fanno non perché sono intonati ma perché hanno qualcosa di coinvolgente da comunicare. Non sono campioni di tecnica, ma di personalità. Ed è questo che io cerco. Sono convinto che se oggi partissero in radio i pezzi di tutti i cantanti rimasti in gioco, i Kymera si riconoscerebbero subito.