Da cosumati veterani di X Factor, Ilaria Porceddu ed il gruppo dei The Bastard Sons of Dioniso, sono prodighi di consigli verso i nuovi concorrenti per affrontare al meglio la nuova avventura. La giovane sarda rivela (Fonte Panorama):
Una volta fatto X-Factor, bisogna continuare a fare musica senza farsi travolgere dall’onda della popolarità, piuttosto è importante cavalcarla. Si esce da quella trasmissione e ti ritrovi catapultato in un altra vita, diversa da quella quotidiana. Si riesce ad affrontarlo meglio, il dopo, se si ha un percorso precedente di studio, impegno e sacrifici. Il vantaggio è scoprire che quella musica che ieri combattevi per far ascoltare e che sembrava non importare a nessuno, poi acquisisce valore. Un atteggiamento solido aiuta anche a tenere i piedi sempre per terra e preservare dalle delusioni che possono arrivarti. Il talent fa tanto bene all’artista, ma se non si è pronti, può fare molto male.
Anche i TBSOD tirano le somme della loro esperienza personale all’interno del programma di Raidue:
Noi ci siamo trovati ad X Factor per caso, con la scusa di voler comprare un divano per la nostra sala prove e la popolarità ci è piovuta addosso in maniera inaspettata e fortunata. Una graduale presa di coscienza di quello che stava accadendo attorno a noi ci ha portati a vivere giorno per giorno e a gestire nel modo giusto ogni cosa per perseguire il nostro sogno: vivere di musica fatta e pensata da noi. Sappiamo che è dura, ma la fortuna di partecipare ad un talent show è quello di creare un punto di partenza e di visibilità che se sfruttata al meglio può portare lontano.
Ed un piccolo rimpianto da entrambi. Ilaria:
Non posso che dire grazie a questo programma, ma credo che il mio errore sia stato di non essermi totalmente lasciata andare. Sono molto riservata e mi sentivo in contrasto con le dinamiche di X-Factor. Oggi quello stesso disagio è ciò che mi ha rinforzato e mi ha aiutato a vivere la vita in generale, e non solo la carriera, in maniera diversa.
Bastardi:
Nessun rimpianto, al massimo possiamo essere tristi perché non abbiamo accettato di fare uno spot per un’importante compagnia telefonica.