E’ sicuramente un personaggio che fa discutere nel bene e nel male: la sua voce carica di emotività può piacere o no, l’atteggiamento sul palco può infastidire o intenerire, la storia personale può condizionare favorevolmente il televoto dei telespettatori o danneggiare la sua già fragile immagine. A raccontarsi al settimanale Vanity Fair è lo stesso Stefano Filipponi, che non nasconde lo scetticismo iniziale dei genitori per la nuova avventura televisiva:
I miei genitori non volevano. Speravano che non mi prendessero. Mia madre, soprattutto non ha apprezzato per niente questa mia decisione. La mia famiglia ha un’idea un po’ strana della Tv. A loro, ma anche a me, piace soprattutto spenta. Vedo pochi programmi, cose tipo Art News. Ai primi provini, a Senigallia, vicino a casa mia, non mi sono neppure iscritto io, l’hanno fatto per me gli amici del paese, Montefano. Ci sono andato tanto per vedere come andava a finire e fare un’esperienza di vita.
Balbuziente dall’età di cinque anni dopo una normalissima operazione alle tonsille, il giovane cantante racconta come è nata la passione per il canto, non senza difficoltà:
Sono il solo a coltivarla. Ho iniziato da piccolo, cantavo da mattina a sera. I vicini ancora se lo ricordano. A 14 anni ho iniziato a studiare canto moderno, ma ho smesso a 18 perché avevo un’insegnante molto severa, anzi troppo severa. Cantavo ma ero sempre tesissimo, la voce non usciva. Per me era frustrante: già parlo con difficoltà, se non riuscivo a liberarmi nemmeno cantando era un disastro. Per fortuna mi hanno consigliato di studiare canto lirico, e ad Ancona ho trovato un’insegnante bravissima, che è diventata come una seconda mamma. Mi ha fatto ripartire dalle fondamenta. All’inizio mi diceva di cantare più forte che potevo. Io non capivo. Poi mi sono messo a urlare, mi sono sciolto, e finalmente ho preso coscienza del mio strumento vocale.
Come sta vivendo l’esperienza nel talent show condotto da Francesco Facchinetti?
Io sono venuto qui per cantare, il mio sogno resta quello. Fare la pop star non mi interessa. Mi piace molto, però, l’idea di poter avere un pubblico che ascolti quello che ho da dire anche come persona. Cantare per me è un’esigenza espressiva fondamentale.
un disastro come cantante,se avesse dato retta ai suoi genitori sarebbe stato meglio.