X Factor 5 entra nel vivo e Il Giornale intervista uno dei quattro giurati di questa stagione, Elio. Il quale fornisce pareri sui cantanti in gara, spiega le differenze del reality rispetto all’anno scorso e individua il problema della musica italiana. Ma, prima, parte dal suo rapporto con Morgan, dopo l’exploit dell’ultima puntata:
Con me Morgan è delizioso, mi fa anche molto ridere. […] Sui concetti importanti siamo in sintonia. Siamo a X Factor perché appassionati di musica e in gran parte dei giudizi concordiamo. Poi è vero, il nostro approccio e agli antipodi.
In merito all’episodio di giovedì sera in cui Morgan ha sbroccato, Elio spiega:
È andato fuori giri, ma non è nel mio carattere intervenire sul comportamento delle persone. Il ruolo di controllore di Morgan se l’è assunto Simona, non sia mai che le tolgo lavoro.
Poi, l’analisi sulla nuova stagione del talent. Ecco cosa è cambiato rispetto all’anno scorso secondo il giurato:
Intanto, la lunghezza inferiore delle serate: due ore sono sufficienti a raccontare tutto. Poi la giuria ben assortita. C’è meno aria fritta rispetto agli altri anni. Un altro elemento che ha funzionato è stato il passaggio dalla Rai a Sky. Non era scontato che sarebbe andato bene. Questo ha creato un effetto attesa-curiosità.
Elio, convinto che il livello dei talenti di X Factor 5 “è più alto dell’anno scorso”, elargisce giudizi su alcuni concorrenti. Su Jessica non si nasconde:
Sono stufo di cantanti fotocopia e Jessica, che non è la più intonata, quanto a personalità è un chilometro più avanti. Potrebbe farcela.
In merito ad Antonella, riconosce il fatto di essere un artista già pronta, “ma questo potrebbe essere il suo limite. Anche se meno, Antonella è un’altra che ha personalità. E grande intonazione“. Per quanto concerne Nicole e Francesca, giovani pupille di Simona Ventura:
Simona ha una squadra notevole. Nicole è più omologata, ma canta benissimo. Francesca è più personale, ha fatto una versione di Tainted love che sembrava sua.
Elio non s’esime dal fornire un commento anche sui suoi allievi:
Le Cafè Margot sono intonatissime, forse meno originali, ma hanno un timbro inconfondibile. I Moderni hanno la loro forza nell’originalità. A volte peccano nell’intonazione, ma cantare in quattro è dura.
Il giurato poi spiega il perché spesso sceglie brani insoliti e complessi da eseguire per i suoi gruppi:
Tra i motivi della mia partecipazione a X Factor c’è quello di far ascoltare musica un po’ più alta di quella che gira. Chiaramente devo dosarmi. La musica che piace a me deve anche essere adatta a far passare il turno ai miei cantanti».
Il leader delle Storie Tese motiva anche la sua scleta di cambiare il nome di alcuni gruppi in gara:
L’oggetto sociale di X Factor è sfornare cantanti che vendano dischi. Nel 2011 un gruppo italiano che si presenta con un nome inglese perde subito in credibilità.
Infine, una riflessione sui motivi della difficoltà della musica italiana:
All’estero nelle scuole tutti studiano musica, cantano. Io ho iniziato perché quando ero in quinta elementare un inserviente chiese se qualcuno voleva iscriversi a un corso. Alzai la mano. Quanti nostri direttori d’orchestra si affermano fuori dall’Italia. Abbiamo la musica nel dna e potremo invadere il mondo. Invece non la coltiviamo e siamo invasi.